Startup, le politiche di innovazione a confronto nel convegno dell’Università Link Campus di Roma

Lo sviluppo delle startup in Italia. La figura dell’imprenditore nell’azienda 4.0. L’esigenza di educare all’imprenditorialità. Questi i temi affrontati nel corso del convegno ”Startup, impresa 4.0, Skill up – Politiche dell’innovazione a confronto” che si è svolto lo scorso 9 dicembre presso l’Università degli studi Link Campus di Roma.

Il panel dei relatori, moderati da Francesco Tufarelli, direttore generale del dipartimento Affari Regionali e Autonomie della presidenza del Consiglio dei Ministri e componente del consiglio direttivo della Scuola universitaria per la formazione politica (Polis), ha visto la presenza di Andrea Ingrosso, responsabile Ufficio Terza Missione, Mario Baccini, presidente Ente Nazionale per il Microcredito, e Daria Ciriaci, Vice President for European Affairs, Cassa Depositi e Prestiti. Erano presenti, inoltre, Pier Luigi Dal Pino, direttore centrale Relazioni Istituzionali ed Industriali, Microsoft Italia e Austria, Valeria Santoro, Country Manager, Stocard Italy e Claudia Pollio, Responsabile Relazioni Istituzionali, Linkem. Sono intervenuti altresì, Fabrizio Bartoletti Amministratore Unico, Medical Line Consulting, Carlo Cafarotti, Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale, e Daniele Giannini, Consigliere Regione Lazio.

Nella prima parte del convegno, gli interventi si sono concentrati sull’analisi delle startup all’interno del tessuto imprenditoriale italiano. Oggi – secondo i dati del terzo trimestre 2019 che il ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere – le startup iscritte al Registro delle Imprese sono 10630, in aumento dell’1,8% rispetto al dato di giugno. Ma a crescere, in Italia, è anche il numero delle startup innovative, ovvero di quelle imprese che si contraddistinguono per lo sviluppo, per la produzione e per la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico che, al 30 settembre scorso, si attesta a 2.576, con una crescita di 169 unità rispetto la precedente rilevazione.

Tuttavia, il trend positivo di crescita non nasconde alcune importanti criticità che interessano il variegato ecosistema delle nuove imprese italiane. Una su tutti: la necessità di ampliare l’offerta di strumenti finanziari agevolativi e potenziare gli incentivi fiscali per chi decide di investire in capitali di rischio. Potrebbe andare meglio, anche in tema di “open innovation”, vale a dire nell’interazione tra imprese tradizionali e startup per rimanere competitivi. Quel che è certo è che l’impresa del futuro è digital.

Le aziende sono in continuo mutamento e la Quarta rivoluzione industriale impone un nuovo modello di produzione e gestione aziendale che porta a ripensare il ruolo stesso dell’imprenditore. L’impresa 4.0 è un’impresa intelligente e completamente interconnessa chiamata a individuare soluzioni innovative anche al di fuori delle mura della propria azienda, a stringere partnership strategiche, a reperire nuove idee per essere sempre un passo avanti rispetto ai competitor. Solo così sarà in grado non solo di crescere ma anche di imporsi sulla scena europea e globale.

E’ questo il caso del Gruppo Medical Line Consulting (MLC) che oggi si configura come l’esempio perfetto di startup italiana di successo nel settore sanitario. “Nata 10 anni fa – spiega il direttore Digital Health del Gruppo MLC, Fabrizio Bartoletti – l’azienda lavora da sempre al fianco delle strutture sanitarie e di tutti gli attori impegnati nel mondo dell’Helthcare”. “Il mercato è lo stesso – continua Bartoletti – ma gli scenari nuovi e diversi con cui noi imprenditori siamo chiamati a confrontarci hanno evidenziato la necessità di ridefinire i modelli di business aziendali e l’urgenza di individuare nuove soft skill per dare valore all’impresa”. “ Serve coraggio per fare la differenza sul mercato – conclude Bartoletti –  e noi del Gruppo Medical Line Consulting non ci siamo mai tirati indietro”.

Resta, però, da affinare ancora un aspetto verso la completa adozione del paradigma di Industria 4.0: la mancanza di competenze e di figure professionali adatte a guidare l’innovazione all’interno dell’azienda. A tal proposito, si è ampiamente discusso, durante il convegno, della necessità di una maggiore offerta di formazione imprenditoriale da parte di atenei e scuole di specializzazione. Il ruolo dell’istruzione nella formazione degli imprenditori di domani è fondamentale, così come indispensabile è lo scambio di conoscenze tra università e aziende e al fine di attuare progetti comuni, capaci di stimolare lo sviluppo delle attitudini imprenditoriali degli studenti in qualsiasi ambito lavorativo.

Rosaria Sirianni